
PAURE E MEZZE CERTEZZE - La paura che Mazzarri ceda alla tentazione di trasferirsi è seria. Due sono gli elementi che lo confermano. Primo, il tecnico non ha mai detto esplicitamente di voler restare a Napoli. Il meglio che si sia lasciato scappare di bocca è stato un "ne riparliamo a fine campionato". Secondo, l'incontro di Pasqua a Castelvolturno non lo ha visto presente per la prima parte. All'apparenza solo un dettaglio, ma nella sostanza molto di più. Mai De Laurentiis aveva iniziato un summit societario senza la presenza di tutte le "teste". L'esempio più lampante, quello del luglio 2010, quando il presidente e Bigon attesero l'arrivo di Mazzarri dalla Sardegna prima di sedersi al tavolo e progettare il Napoli della stagione 2010/2011.
IL VERTICE - Mentre i dubbi diventano realtà, De Laurentiis, dall'alto della sua competenza in materia di gestione d'impresa, pianifica il futuro con o senza il suo allenatore. Il vertice di mercato di Castelvolturno è servito a gettare le prime basi. Non si è parlato di acquisti, ma di un possibile "nuovo corso". Logicamente all'altezza con gli obiettivi stagionali in via di raggiungimento. Con il dg Fassone si sono poste le prospettive per nuovi interventi nel settore marketing (probabilmente riguardanti la multietnicità e l'apertura a mercati esteri, su cui tanto vuole puntare il Napoli dal prossimo anno). Con Bigon, invece, il tema caldo è stato il nome di un nuovo possibile timoniere. Giunti a questo punto della stagione, presidente e direttore sportivo sanno di non poter attendere giugno per sapere se Mazzarri resterà o meno all'ombra del Vesuvio, rischiando così di ritrovarsi a dover scegliere un tecnico all'altezza in tempi brevi. Giusto quin
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